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Immagine del redattoreMattia Viglione

Linguaggio ecologista: Crisi Climatica

Aggiornamento: 18 mar 2022




Secondo la definizione fornita dalle Nazioni Unite, per cambiamento climatico si intende il cambiamento del clima e delle temperature su un lungo periodo di tempo. Questo cambiamento può avvenire in maniera naturale, ma quello che sta accadendo dal XIX sec. è causato dalle attività umane. Infatti le massicce emissione di gas serra nell’atmosfera causate dall’uomo hanno fatto sì che il pianeta si sia surriscaldato e questo ha causato l’aumento di eventi metereologici estremi e perdita di biodiversità.


Si tratta di una espressione utilizzata a lungo dalla comunità scientifica, ma non riesce a coinvolgere il grande pubblico, anzi lo confonde ancora di più. Per questo bisogna parlare di Crisi Climatica, ovvero la crisi ecologica, sociale e politica legata al cambiamento climatico. Utilizzare espressione cambiamento climatico è riduttivo, non si percepisce l’urgenza di agire il più velocemente possibile per evitare il collasso degli ecosistemi e dà alle persone l’idea che sia un fenomeno naturale sempre avvenuto nel corso dei secoli, e dato che non dipende dall’uomo, allora non ci sia neanche bisogno di fermarlo.


Lo scetticismo e l’inazione climatica è guidata anche dal modo in cui ci esprimiamo, per questo parlare di Crisi Climatica anziché cambiamento climatico serve anche a veicolare urgenza di attuare la transizione ecologica il più velocemente possibile nel rispetto degli accordi di Parigi. Secondo il report “Climate action and the environment energy” del 2021 di Eurobarometer, organo europeo per sondare l’opinione pubblica, il cambiamento climatico è al primo posto tra i problemi più urgenti da affrontare per il 18% percento dei cittadini europei, dato in aumento rispetto le rilevazioni del 2019. Allo stesso tempo però, quando viene chiesto se vengono prese azioni per prevenirlo il 35% dei partecipanti al sondaggio risponde di non farlo e solo un quarto pensa di poterlo contrastare con le proprie azioni.


Un altro motivo per cui bisogna preferire l’espressione Crisi Climatica è perché quando si parla di cambiamento climatico le persone tendono a confonderlo con il cambiamento del meteo. Il meteo sono le condizioni atmosferiche in un determinato luogo valida per lo stesso giorno o quelli successivi. Il clima di un luogo è il valore medio delle temperature per un periodo molto lungo. Facendo una media delle temperature si eliminano i picchi o le condizioni estreme in una determinata area per avere una panoramica sulle condizioni generali del clima. Secondo l’ultimo report dell’IPCC (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico) le temperature globali nel decennio 2011-2020 sono state di 1.09°C superiori a quelle del periodo 1850-1900. Normalmente è difficile percepire lo stravolgimento del clima a livello globale e si tende a valutarlo basandosi sul meteo.


Quando parliamo di Crisi Climatica ci riferiamo a una crisi di tutto il sistema perché riguarda molti aspetti della nostra vita e non solo il cambiamento del clima. Si tratta di una crisi a livello politico, sociale ed economico, basta pensare al fenomeno delle migrazioni climatiche oppure alle tensioni geopolitiche riguardanti la fornitura del gas, e allo stesso tempo di una crisi ecologica che stravolge gli ecosistemi, come ad esempio il fenomeno della desertificazione nelle regioni del Sud Italia o la deforestazione amazzonica.








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