Mentre i partiti di estrema destra iniziano la campagna elettorale, la sinistra si spacca e si fa usare dalla destra
Manca meno mese alle elezioni, la destra ha iniziato la campagna elettorale in anticipo, la sinistra viene usata dalla destra per raccattare qualche volto.
Anche se ci sono dei distinguo, a livello di politiche ambientali, e non solo, i programmi dei partiti di sinistra: Europa Verde (EV), Sinistra Italiana (SI), Possibile e Unione Popolare (UP), la coalizione composta da Potere Al Popolo (PAP), Rifondazione Comunista con Luigi De Magistris capo politico, sono simili tra di loro. Non solo, ma uguali a quello del Movimento 5 Stelle (M5S), anche, e soprattutto sui temi ambientali. Massiccia istallazione di fonti rinnovabili, sviluppo delle comunità energetiche, rifiuto del nucleare, economia circolare, mobilità sostenibile, benessere animale, sono tutti temi più o meno comuni a questi. La novità di quest'anno è l'alleanza tra EV e SI, per la prima volta si inizia a parlare di giustizia sociale e climatica come due temi indivisibili.
I partiti di sinistra non correranno uniti. Dopo la caduta del governo il gruppo "Qualcosa di sinistra" ha lanciato una petizione online (si può firmare a questo link) per chiedere a queste forze, escluso il M5S, di creare un fronte comune. Possibile, EV e SI alleandosi con il PD hanno rifiutato la sfida. Una gran bella gatta da pelare, dato che i partiti di estrema destra hanno trovato un accordo elettorale in quattro e quattr'otto e hanno potuto iniziare la campagna elettorale in largo anticipo rispetto agli altri.
Anche per i partiti di destra i giochi sembravano conclusi quando con l'accordo tra PD e Azione/+Europa, ma l'ossessione di Letta per il campo largo ha rovinato quella che sembrava un'alleanza naturale. La rottura è avvenuta perché Calenda non poteva accettare di correre alle elezioni insieme alle "frattaglie di sinistra", Angelo Bonelli, co-portavoce di EV (insieme a Eleonora Evi che i giornalisti e Calenda dimenticano sempre), e Nicola Fratoianni, segretario di SI. Con quelle parole Calenda ammette di non appartenere alla sinistra, ma che che non ci appartiene neanche il suo più probabile alleato: il PD.
Il motivo per cui Enrico Letta vuole così tanto EV nel suo campo largo è di usarla per fare greenwashing (o socialismwashing nel caso di SI) e raccattare una manciata di voti dagli ambientalisti, ma anche usare il partito come foglia di fico per coprire le mancanze dei democratici sui temi ambientali. Dal canto loro, EV e SI hanno giustificato l'alleanza con Letta come un tentativo di difendere la costituzione dalla destra, che, se dovesse vincere con larghissima maggioranza potrebbe cambiarla, ed effettivamente il pericolo c'è. La legge elettorale premia i partiti che decidono di fare coalizioni prima delle elezioni e guardando i sondaggi i partiti fascisti potrebbero riuscire a ottenere la maggioranza necessaria per ritoccare qua e là la costituzione. Tuttavia, la legge elettorale non può essere la scusante per non cercare di costruire un fronte di sinistra che lasci il PD alle spalle.
EV e SI partono da presupposti sbagliati: il primo è che il futuro governo fascista rimarrà coeso sulle misure da prendere, anziché spaccarsi come fece il M5S con il 35% di voti. Già adesso non lo è: Forza Italia vuole una Flat Tax al 23%, la Lega al 15%; Meloni non vuole il federalismo di Salvini; nessuno vuole Meloni premier. Il secondo è pensare che il PD sia un partito di sinistra; il PD è più aperto alle tematiche ambientali rispetto agli altri partiti di destra, ma il loro approccio è un "ambientalismo pragmatico" capace di fare velocemente retromarcia sulle battaglie per l'ambiente. Nel programma del Conte II il PD accettava di ridurre il numero di inceneritori in Italia, ma è stato capace di votare a favore di quello di Roma nel DL Aiuti. Il decreto includeva anche il rigassificatore di Piombino e la riattivazione delle centrali a carbone. L'ecologismo per il PD non è la priorità, anzi, utilizzando la retorica dell'emergenza, come quella della monnezza di Roma o della Guerra in Ucraina, è capace di abbandonare ogni misura ambientale. Con un alleato così, EV non riuscirà a portare a casa nessuna delle sue proposte, rischiando di perdere consenso se non si vedranno dei risultati.
Se il PD accetta il DL Aiuti, il M5S preferisce affossare il governo pur di non farlo approvare. Tra le proposte che l'Avvocato del popolo aveva presentato a Draghi c'era lo stop al termovalorizzatore, puntare sulle rinnovabili e fermare le trivellazioni e la riapertura di centrali a carbone, e rifinanziare il bonus 110%. Giuseppi avrà anche avuto la colpa di far nascere il governo Draghi, ma riconosciamogli il merito di averlo fatto cadere. Le "frattaglie" avrebbero potuto lavorare bene con Giuseppi, ma le perplessità sono tante.
Il M5S è riuscito a governare con Salvini e approvare il Decreto Sicurezza; voltare le spalle ai movimenti No TAP e No TAV, che avevano supportato in campagna elettorale; mantenere per tutta la legislatura la fiducia al ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani, ministero voluto da loro, che in più occasioni ha insultato i movimenti ecologisti e ha cercato in tutti i modi di ostacolare quello per cui era stato chiamato a fare: la transizione ecologica. D'altra parte il M5S, proprio come EV, ha in mente una decarbonizzazione entro il 2050 con il 100% da fonti rinnovabili. Un altro aspetto che bisogna tenere a mente è che dal 2018 il Movimento ha perso molti dei componenti originari e altri se ne andranno per il vincolo dei due mandati. Un'alleanza con i partiti di sinistra avrebbe stimolato i vertici del M5S ad includere candidati più di sinistra.
Transizione ecologica non è solo decarbonizzazione, ma ripensare a tutto il sistema. Anche se divisi, i movimenti di sinistra hanno come modello comune il governo spagnolo di Sánchez, molto più che quello tedesco o la Nupes di Mélenchon. Trasporti gratuiti, salario minimo, tassare le banche e gli extraprofitti delle compagnie energetiche, price cup a gas e petrolio.
Per quanto riguarda il rapporto con la biodiversità tutti alla sua tutela. Il M5S parla di abolizione della caccia, ma sembra più orientato verso la tutela dei soli animali domestici. Per UP la tutela della biodiversità passa per l'estensione delle aree protette e il loro recupero, taglio dei sussidi agli allevamenti intensivi, tutelare il benessere animale e istituire un Garante Nazionale dei Diritti degli Animali. Nel programma di EV/SI il tema è molto più dibattuto e oltre alle proposte degli alti due partiti si vuole, tra le altre cose, riconoscere gli animali come essere senzienti. Benessere animale significa far vivere gli animali meglio, ma comunque in una condizione di sfruttamento. Non ha alcun senso parlare di diritti animali senza parlare di fine degli allevamenti, tutti, non solo quelli intensivi.
Insomma, se analizziamo il programma e la mentalità delle forze di sinistra questi sono molto più simili tra di loro. Un'alleanza tra UP e EV/SI avrebbe contribuito a costruire un programma con al centro la giustizia ambientale e sociale dando agli elettori una vera alternativa di sinistra e non dover cedere al voto utile. La scelta di EV/SI di allearsi con il PD può essere spiegata solo se vogliono giocare a perdere e cercare di portare tanti più candidati possibili in parlamento e non costruire un polo di sinistra.
D'altro canto, Letta ha già scelto di perdere queste elezioni, buttandosi su una campagna elettorale che riprende il linguaggio dei fascisti (come nel caso delle #devianze), oppure cercando di polarizzare il dibattito su due poli, il suo e quello di Meloni, entrambi partiti che portano avanti una politica liberale.
Comments