La crisi idrica ci spinge a trovare nuove soluzione per trovare l'acqua. I dissalatori possono essere una soluzione?
In questo periodo di siccità diffusa con conseguente danno su diversi fattori (quali l'agricoltura) sta prendendo sempre più piede il dibattito sulla realizzazione dei dissalatori, che grazie ai loro processi chimici e tecnologici permettono di ottenere in tutto e per tutto acqua potabile.
Per adesso la produzione di acqua dissalata in Italia è del 0,1% rispetto al prelievo di acqua dolce e lo sviluppo degli impianti limitato in Sicilia, Toscana e Lazio di piccole e medie dimensioni. In Europa il Paese che utilizza di più questa tecnologia è la Spagna, seguita dall'Italia e dal resto del Bacino del Mediterraneo. Nel mondo la maggior parte dei dissalatori si trova in Medio Oriente e in Nord Africa, ma l'uso è destinato a crescere nei luoghi a maggiore scarsità idrica.
Ma come funziona la dissalazione?
Il processo è molto semplice: vengono rimossi quasi tutti i sali dall'acqua (prevalentemente marina) per ottenere l'acqua che utilizziamo per buona parte delle nostre attività.
Ci sono tre tipi di dissalatori:
Eporativo, con l'evaporazione e il recupero tramite condensazione;
A permeazione, mediante la separazione su membrane semipermeabili;
A scambio ionico, in cui vengono rimossi gli ioni Na+ e Cl- ottenendo di conseguenza un acqua molto dissalata.
I vantaggi della desalinizzazione sono parecchi, ma esistono degli svantaggi. Uno di questi è il costo elevato del processo, circa 3 euro per m3, aumentato nell'ultimo periodo come per le bollette, e dell'installazione dell'intero impianto.
Un altro svantaggio è la rimozione della salamoia tossica prodotta dai dissalatori, ovvero una sorta di scoria che difficilmente viene smaltita, e a causa sua la produzione di dissalatori in Italia non decolla perché in contrasto con la legge "Salvamare", che ha il compito di tutelare il mare dai rifiuti.
La legge mette dei paletti ambientali all'uso dei dissalatori. Sono ammissibili solo in caso di comprovata carenza idrica, prima devono essere stati effettuati gli interventi per ridurre le perdite idriche e gli impianti devono essere sottoposti a un'analisi costi bene-benefici e di impatto ambientale in un'ottica di economia circolare.
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