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Immagine del redattoreMattia Viglione

In India e Pakistan fa troppo caldo

Aggiornamento: 18 mag 2022

Nei due Paesi si sono registrati picchi di temperatura oltre i 40°C e si teme di arrivare ai 50°C nella prossima settimana



In alcune aree, di entrambi i Paesi, si sono registrate temperature superiori ai 40°C, ma secondo gli esperti nei prossimi giorni potranno arrivare picchi di 50°C.


Le ondate di calore di questi giorni metteranno a rischio la salute di oltre 1miliardo di persone e porteranno all'aumento degli incendi, come quello nella discarica fuori Nuova Delhi. "Le temperature stanno aumentando rapidamente in tutto il Paese e molto più velocemente del solito - ha avvertito Narendra Modi, primo ministro indiano - Abbiamo assistito all'aumento di casi incendi in diversi luoghi, giungla, edifici importanti e ospedali, negli ultimi giorni". Nel Paese ci sono state interruzioni di servizio alle fabbriche per permettere l'utilizzo dei condizionatori.


Il Dipartimento di Meteorologia Pakistano ha previsto che le temperature saranno dai 6 agli 8 gradi superiori rispetto alla media nelle Regioni del Nord del Paese, inclusa la capitale Islamabad. Il Dipartimento ha diramato l'allarme per le ondate di calore, allertando i servizi ospedalieri e avvertendo gli agricoltori che dovranno irrigare in base alle condizioni meteorologiche.


Le temperature registrate sono le più alte dal 1901, ma secondo gli esperti a causa della crisi climatica la situazione non potrà far altro che peggiorare. Ad aggravare la condizione ha influito l'alto tasso di umidità, nonostante la stagioni dei monsoni non sia ancora iniziata.


🌍 In Nigeria l'esplosione di una raffineria di petrolio illegale ha causato oltre 100 morti


Il presidente della Nigeria, Muhammadu Buhari, ha descritto la vicenda come un "disastro nazionale" e ha dichiarato di voler intensificare i controlli sulle raffinerie illegali. L'alto tasso di povertà e di disoccupazione nelle Regioni del Delta del fiume Niger hanno attratto la costruzione di queste strutture clandestine dando lavoro a molte persone del posto.


Già a ottobre 25 bambini sono morti in un'altra esplosione, ma nonostante la volontà delle amministrazioni locali di arginare il problema, nulla è stato fatto. La Nigeria è il più grande produttore ed esportatore di petrolio in Africa nonostante il 10% della produzione totale venga rubata.


🌍 La Nuova Zelanda prepara un piano per gli effetti della crisi climatica


"Il clima sta già cambiando e ci saranno effetti che non potremo evitare", ha dichiarato il ministro per il cambiamento climatico James Shaw.


La proposta rilasciata mercoledì riguarda una serie di leggi per: evitare alle persone di costruire nuove abitazioni nelle aree più sensibili, migliorare la risposta dei soccorsi, proteggere l'economia da futuri disastri, riformare i settori chiave dell'industria come pesca, turismo e agricoltura. Da anni il Paese è minacciato da inondazioni, incendi e innalzamento del livello del mare e, secondo il governo, in futuro sarà coinvolto 1 neozelandese su 7.


🌍 Nel 2021 è stata persa un'area di foresta grande come il Regno Unito


La perdita è stata di circa 253mila Km2, in lieve calo rispetto al 2020. Per l'ONG Global Forest Watch, che ha pubblicato il report, la diminuzione non è sufficiente e mostra la mancata volontà dei governi di mantenere fede agli accordi presi alla COP26 per fermare la deforestazione entro il 2030.


Il 40% della perdita di foreste è avvenuta in Brasile, mentre nelle regioni boreali sono scomparsi 80mila Km2, principalmente a causa degli incendi in Siberia.


Le foreste stoccano la CO2 emessa nell'atmosfera, ma quando scompaiono la rilasciano. In particolare, nel 2021 sono stati emessi in atmosfera emissioni pari a quelle di combustibile fossile che l'India emette in un anno.


🌍 Il 40% del suolo mondiale è degradato


Globalmente il fenomeno colpisce 1 persona su 2 e costa ogni anno 44mila miliardi di dollari. Questo è quello che emerge dalla seconda edizione del Global Land Outlook pubblicato dalla Convention to Combat Desertification dell'ONU (UNCCD).


L'uomo ha usato il 70% delle terre che non sono coperte dai ghiacci e se il trend di degradazione dovesse continuare verrà compromessa una superficie pari a quella dell'America del Sud.


La UNCCD, che ha lavorato per 5 anni alla stesura del report, ha esaminato 3 diversi scenari futuri, business as usual, ripristino, ripristino e protezione. In conclusione, la soluzione è quella di investire globalmente nella terza opzione, reindirizzando i fondi a sostegno di una agricoltura senza prodotti tossici, sostituendo l'estrazione di combustibili fossili con energie rinnovabili, proteggendo la biodiversità ed affidando la conservazione del suolo alle popolazioni indigene.


🌍 Il caldo riduce la fertilità degli insetti impollinatori


Dopo poche ore di esposizione a temperature di 42°C, 1/3 delle cellule spermatiche dei fuchi (maschi delle api) muore. Invece, quando si superano i 38°C ne risente anche la qualità dello sperma conservato dalle api regine. Con l'aumentare del caldo aumenta anche la mortalità delle api; secondo alcuni ricercatori il 50% dei fuchi muore dopo 6 ore a 42°C, secondo altri anche il 77%.


Questo riduce notevolmente la capacità delle api di riprodursi, anche se a differenza di altri insetti come bombi o veste, le api riescono ad adattarsi maggiormente ai cambiamenti nell'ecosistema e risentono meno del calo di fertilità.


Le ricerche sono iniziate in Canada dopo che i ricercatori e gli apicoltori notarono un drastico crollo del numero delle api a seguito del caldo record dell'estate scorsa. Nella città di Lytton B.C. si registrò la temperatura di 49,6°C, la più alta di sempre.


🌍 Un'attivista per il clima si è dato fuoco davanti la Corte Suprema degli Stati Uniti


Wynn Bruce, 50 anni, è morto sabato per le ustioni riportate. Il gesto di autoimmolazione, che secondo gli amici stava preparando da oltre un anno, è avvenuto venerdì, in occasione della Giornata della Terra.


"Questo ragazzo era mio amico. Ha meditato con il nostro sangha. Questo atto non è suicidio. È un coraggioso atto di profonda compassione per portare all''attenzione la crisi climatica. Stiamo ancora mettendo i pezzi nel giusto ordine, ma lo stava pianificando da oltre una anno. #wynnbruce sono così commossa", ha scritto su Twitter Kritee Kanko, climatologa, prete buddista zen e amica di Bruce.


🌍 Biden abbandona i piani di Trump sulle riserve di petrolio in Alaska


La National Petroleum Reserve (Riserva Nazionale di Petrolio) è un'area di pubblica utilità nell'Nord Ovest dell'Alaska che si estende per 9,3 milioni di ettari. L'amministrazione Trump aveva cercato di aumentare la possibilità di utilizzare le riserve di petrolio su circa l'80% del territorio, andando a compromettere aree abitate dalle popolazioni indigene e importanti per la salvaguardia dell'ecosistema artico.


L'amministrazione Biden ha reintrodotto le politiche precedenti, del 2013 volute da Obama, che permettono l'estrazione solo su metà della riserva, aumentando allo stesso tempo le protezioni per gli indigeni e per la biodiversità.


I movimenti ecologisti hanno accolto con favore le nuove politiche di Biden chiedendo però più protezione e di accelerare sulle rinnovabili. I Repubblicani, invece, hanno criticato la decisione perché potrebbe compromettere la sicurezza energetica del Paese.


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