Il consumo di suolo è il più alto degli ultimi 10 anni. Il rapporto dell'ISPRA ci sta dicendo che stiamo perdendo una risorsa molto importante: il suolo.
Secondo l'ultimo rapporto ISPRA, nel 2021 le coperture artificiali sono aumentate di 69 Km2, ovvero 2mq al secondo, il dato più alto degli ultimi 10 anni. Una crescita di aree artificiali che non è stata compensata con la creazione di nuove aree naturali, solo 5,8Km2. Ormai, il cemento ricopre 21.500 km2 di suolo nazionale, dei quali 5.400, un territorio grande quanto la Liguria, riguardano i soli edifici, ovvero il 25% dell’intero suolo consumato. Sul podio delle Regioni che consumano più suolo ci sono Lombardia, Veneto e Campania, ma il consumo di suolo è un problema maggiore soprattutto nelle Regioni del Nord.
Il suolo rappresenta una risorsa importante, che spesso viene trascurata, ma la sua tutela è essenziale. Nell'ultimo anno, nelle città si sono persi 27 metri quadrati per ogni ettaro di aree a verde. Sostituire il verde con il cemento contribuisce alla formazione delle "isole di calore", ovvero delle zone urbane con un clima più caldo rispetto alla campagna che può superare anche i 3°C. In tutto questo l'estensione degli edifici degradati è oltre 310km2 pari a Milano e Napoli insieme.
Il suolo stocca l'anidrite carbonica ed è nostro amico nel contrastare la crisi climatica. La perdita dello stoccaggio di suolo equivale a 3milardi di tonnellate di CO2, tanto quanto 1milione di autovetture che percorrono 2milioni di volte il giro della terra. Se perdiamo il suolo perdiamo anche cibo e acqua. Le aree perse in Italia dal 2012 avrebbero garantito la fornitura complessiva di 4milioni e 150mila quintali di prodotti agricoli e l’infiltrazione di oltre 360milioni di metri cubi di acqua di pioggia che ora, scorrendo in superficie, non sono più disponibili per la ricarica delle falde e aggravano la pericolosità idraulica dei nostri territori. Il consumo del suolo produce anche un danno economico che supera gli 8miliardi di euro l’anno se si consideriamo quello degli ultimi 15 anni.
A pesare sul consumo di suolo è anche l'istallazione dei pannelli fotovoltaici. Gli impianti a terra occupano 17.500 ettari di suolo, gli scenari futuri per realizzare gli obiettivi della transizione ecologica prevedono un aumento fino a 50.000. La soluzione è quella di sfruttare gli edifici già presenti per l'istallazione del fotovoltaico sui tetti, tra i 75.000 e 99.000 ettari. Questo garantirebbe una potenza complessiva tra i 70 e i 92Gw.
Considerando l'attuale aumento, l'Italia non riuscirà a rispettare gli obiettivi dell'Agenda 2030 sulla sostenibilità delle città e sulla desertificazione. Ciò significa che per azzerare il consumo di suolo, a partire dal 2030, l'Italia dovrebbe aumentare le aree naturali di 269 km2 o addirittura di 888 km2.
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