L'IPCC è chiaro. Le "mezze misure" non bastano più, bisogna agire in fretta per contrastare la crisi climatica
L'IPCC (Intergovernmental Panel On Climate Change , in italiano gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico) ha pubblicato oggi la seconda parte del sesto report sul cambiamento climatico sul tema dell'impatto, adattamento e vulnerabilità, denunciando gravi rischi non solo per la salute del pianeta e della biodiversità, ma anche degli esseri umani. E sono proprio quei popoli e gli ecosistemi che vengono colpiti più duramente dalla crisi climatica a non riuscire a reagire.
"Il report è un terribile avvertimento per le conseguenze dell'inazione. Ci mostra come il cambiamento climatico stia sempre di più minacciando il nostro benessere e la salute del pianeta" denuncia Hosting Lee, presidente del secondo gruppo dell'IPCC. Il superamento della temperatura di 1,5°C dell'accordo di Parigi risulterebbe in effetti irreversibili
Gli eventi climatici estremi, come inondazioni o siccità, saranno sempre più frequenti. Per le specie animali e vegetali risulterà difficile adattarsi ai cambiamenti improvvisi causando un incredibile perdita di biodiversità, mettendo a rischio gli ecosistemi e allo stesso tempo l'approvvigionamento di cibo degli esseri umani. Per questo l3 ricercator3 dell'IPCC richiamano all'azione dei governi per attuare delle azioni concrete denunciando che le "mezze misure non sono più un opzione", aggiunge Hosting Lee.
Dal report emerge come il cambiamento climatico abbia innescato una crisi di tutto il sistema e adottare misure per invertire il trend equivarrebbe ad attuare azioni a beneficio della collettività, ad esempio la ridistribuzione della ricchezza e maggiore equità sociale, oltre a investimenti in attività sostenibili, per pubblico e privato.
Tuttavia il tempo per prendere delle misure concrete è poco e più aumenta la temperatura del Pianeta, maggiori saranno gli sforzi da intraprendere. Per questo, si legge nel report, le misure non devono lasciare indietro nessuno, e in particolar modo le zone più a rischio come Africa o Asia dove sarà impossibile intervenire qualora si superassero i 2°C. La chiave per raggiungere questo risultato è concentrarsi sul giustizia ed equità, agire subito affinché non sia troppo tardi.
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