I disastri dell'ultimo anno raccontano la biodiversità italiana sotto assedio dalle attività dell'uomo.
Circa 20mila delegati arriveranno a Montreal per discutere alla COP15 quello che vuole essere ricordato come l' "accordo di Parigi sulla biodiversità".
Tra le priorità italiane c'è quella di discutere la protezione del 30% del territorio e la difesa degli ecosistemi marini e terrestri [1]. L'Italia ospita circa la metà delle specie vegetali e circa un terzo di tutte le specie animali attualmente presenti in Europa [2], ma gli ecosistemi sono gravemente minacciati dalle attività umane: abusivismo, consumo del suolo, agricoltura intensiva, spreco di risorse idriche e allevamenti.
Non solo gli ecosistemi animali, ma il distacco della Marmolada, l'alluvione nelle Marche e la frana di Casamicciola ci ricordano la necessità di tutelare il terriotorio, anche per noi umani. L'Italia è minacciata dall'aumento degli eventi metereologici estremi per l'innalzamento delle temperature e, allo stesso tempo, dal dissesto idrogeologico per via di anni di mancanza di misure di protezione; secondo un rapporto dell'ISPRA il 94% dei comuni italiani è a rischio idrogeologico [3].
Vengono persi 2mq di suolo al secondo: si tratta del dato più alto negli ultimi 10 anni [4];
L'86% degli habitat è in uno stato di conservazione inadeguato: Una specie animale su due è direttamente minacciata, mentre per i pesci si arriva all'80% [5];
Il 28% del territorio italiano è a rischio desertificazione: Principalmente nelle regioni meridionali, ma anche in Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna 6];
Autorizzate nuove estrazioni a 9 miglia dalla costa: Le trivellazioni danneggiano direttamente gli ecosistemi marini, tantopiù sono vicini alle coste [7];
400 milioni di animali sono uccisi durante una stagione di caccia: Al quale si aggiungono i numeri del bracconaggio, inquinamento da piombo nelle falde acquifere e ripopolamenti di specie aliene [8];
I ghiacciai italiani sono diminuiti del 30% in 60 anni: Le Dolomiti sono tra i 12 siti Unesco che spariranno per l'innalzamento della temperatura globale sopra gli 1,5°C nel 2050 [9].
Per quanto riguarda le specie endemiche, orsi e lupi sono in lieve ripresa sul territorio, ma il ministro all'agricoltura ha aperto di nuovo alla loro caccia, perché "dobbiamo proteggere le specie in estinzione, ma non incrementare le specie che possono essere dannose per allevatori e produzione nazionali" [10]. A sostegno della zootecnia spuntano nella legge di bilancio nuovi fondi divisi in: 100 milioni per 4 anni per valorizzare il cibo italiano e 74milioni l'anno fino al 2025 per l'innovazione in agricoltura [11].
L'inflazione, la crisi energetica e la Guerra in Ucraina hanno alzato i costi per la gestione degli allevamenti, fino al 111% per quelli bovini [12]. Diminuiscono, anche se lentamente, i capi d'allevamento [13], ma non si riduce il numero di quelli macellati, che provengono principalmente dall'estero. L'Italia è il secondo Paese in Europa per acquisto di prodotti legati alla deforestazione delle foreste, anche se, paradossalmente, il territorio forestale italiano è aumentato del 25% [14].
Le attività umane, come allevamenti, agricoltura intensiva o urbanizzazione eccessiva, sono tra le principali cause di perdita di biodiversità. Il collasso degli ecosistemi genererà una sempre più crescente insicurezza alimentare e idrica, e aumenteranno anche i rischi di disastri ambientali. In Italia la biodiversità è sotto assedio dalle attività umane, la COP15 sarà l'ultima chiamata per fermarne la crisi.
[7] https://www.mef.gov.it/inevidenza/Approvato-Decreto-aiuti-quater-su-proposta-ministro-Giorgetti/
[12] https://www.ruminantia.it/crea-111-laumento-medio-dei-costi-negli-allevamenti-di-bovini-da-latte/
[13] https://www.ruminantia.it/crea-111-laumento-medio-dei-costi-negli-allevamenti-di-bovini-da-latte/
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