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Immagine del redattoreMattia Viglione

Siamo alla canna del gas: Inverno freddo, autunno caldo

Aggiornamento: 11 ott 2022

Razionamento dei riscaldamenti e bollette salatissime. Contro un inverno duro, l'Italia si prepara a un autunno di scioperi.

Bollette bruciate a Bologna
Bollette bruciate a Bologna

Mentre la politica era occupata con la campagna elettorale, nessuno sembrava occuparsi dell'esplosione del prezzo delle bollette. Gli aumenti impatteranno soprattutto le classi sociali più deboli che, non solo non riusciranno a pagare la bollette, ma dovranno fare i conti con i prezzi impazziti dei beni di consumo o degli affitti, mentre diminuiscono gli stipendi e aumentano i contratti precari. Insomma, per le classi popolari il futuro è sempre più incerto, ma il sistema di sviluppo economico basato sullo sfruttamento delle fonti fossili non è stato messo in discussione.


Per dire basta a questa situazione di incertezza è nato in Italia il movimento Non Paghiamo. La campagna punta a raccogliere 1milione di adesioni entro il 30 novembre, dopodiché inizierà lo sciopero delle bollette. Il rifiuto a pagare le bollette è stata lanciata come un'azione di disobbedienza civile non violenta per dare un segnale forte al governo italiano, che, come si legge nell'appello, ha "preferito mantenere in piedi una sistema economico che affama i popoli e produce disastri ecologici".


Clicca sul link per firmare la campagna -> https://www.nonpaghiamo.it/


I prezzi delle bollette elettriche sono in aumento già dal terzo quadrimestre del 2020, ma hanno avuto un esplosione soprattutto a partire da fine 2021. L'impennata più importante è solo in quest'ultimo trimestre: si è passati da 0,41€/kWh a 0,66 €/kWh [1]. Un aumento tutt'altro che naturale, ma dovuto solo ed esclusivamente alla speculazione nella borsa del gas olandese, il TTF (Title Transfer Facility), dove si radunano le principali banche e compagnie energetiche e in grado di controllare il prezzo in tutta Europa. Proprio perché questo indice è così potente, il tentativo di ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) di collegare il prezzo del gas a quello dell'indice italiano PSV (Punto di Scambio Virtuale) risulta del tutto inefficace essendo i valori dei due indici quasi identici [2].


Infatti l'ARERA è dovuta intervenire con misure estreme per ridurre l'aumento dei prezzi di riferimento dell'energia elettrica del 59%, rispetto alle previsioni che lo vedevano in aumento del 100%. "Un raddoppio delle bollette avrebbe potuto spingere all'aumento della morosità, mettendo ulteriormente in difficoltà le famiglie e il sistema energetico", afferma nella nota il presidente di ARERA, Stefano Besseghini [3]. L'aumento non è imputabile alle spese di imposta o di gestione perché irrisorie rispetto alla spesa della materia energetica. Il prezzo di vendita al TTF, seppure in discesa dopo agosto, risulta comunque più alto dall'anno scorso; se a settembre 2021 il gas costava mediamente 63,45 €/MWh, adesso siamo a 188,69 €/MWh [4] [5].


L'aumento dei prezzi delle bollette produrrà una serie di effetti a cascata che già si stanno facendo sentire. Aumenta la disoccupazione e gli inattivi, mentre gli occupati sono principalmente a contratto a termine [6], aumentano i prezzi di consumo per le famiglie e l'inflazione[7] , non aumentano però gli stipendi che rimangono sempre gli stessi. Secondo il rapporto annuale dell'ISTAT 5,6milioni di persone sono in povertà assoluta, e 4milioni sono lavoratori poveri, ovvero assunti con una retribuzione lorda inferiore ai 8,41€/h [8].


Il movimento sociale Non Paghiamo non chiede solo di calmierare i prezzi delle bollette, ma di farlo senza nuovo debito, perché questo consisterebbe in ulteriori tagli alla spesa pubblica. Lo scoppio della Guerra in Ucraina ha creato un clima di incertezza economica dando la possibilità agli speculatori e ai mercati di speculare, quindi la soluzione non può venire neanche dall'acquisto di materia energetica da altri fornitori perché come la Russia poco democratici, oppure dagli USA perché il gas di scisto ha un costo 10 volte maggiore ed è inquinante come il carbone. Quello che il movimento chiede è di smettere di inviare armi all'Ucraina e avviare negoziati di pace per evitare ulteriori escalation, prende i soldi dagli extraprofitti delle banche o delle compagnie energetiche reinvestendo quei soldi per chi si trova in fortissima condizione di disagio sociale ed economico, ed escludere i combustibili fossili dalla produzione di energia e avviare una transizione ecologica verso fonti rinnovabili.


Inizialmente la campagna nasce in Inghilterra, con il nome Don't Pay, ma non è riuscita nell'intento di raccogliere 1milione di firme entro il 1 di ottobre, fermandosi a circa 200mila adesioni. La campagna continua ad andare avanti con scioperi e manifestazioni in tutta l'Inghilterra cercando di arrivare al risultato di 1milione per indire lo sciopero [9]. Adesso però è arrivato il turno dell'Italia; proteste, comizi, roghi di bollette si stanno diffondendo in tutte le piazze e in particolar modo nelle periferie delle città dove la crisi si fa sentire più forte. Un movimento di base popolare che non è più disposto a pagare per le scelte dei governi.


Clicca sul link per firmare la campagna -> https://www.nonpaghiamo.it/


[7]https://www.istat.it/it/archivio/275236



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